Aldo Moresi (10.01.1933-17.10.2015)
Aldo
Moresi
è
nato
a
Certara,
nell'
alta
Valcolla.
Risiedeva
a
Bellinzona.
Aveva
frequentato
la
scuola
Magistrale
e
I'
Ecole
Supérieure
di
Neuchâtel.
Aveva
pure
seguito
in
Italia
corsi
nel
settore
letterario
e
critica
d'arte.
Da
diversi
anni
era
stato
funzionario
dello
Stato.
Ed
inseguito
è
stato
segretario
della
Commissione
bellezze
naturali
per
la
protezione
dell'
ambiente.
Ha
collaborato
con
la
stampa
ticinese
ed
italiana
con
articoli
di
attualità
e
d'arte,
nonché
a
riviste
culturali.
Per
la
sua
attività
nel
settore
della
cultura
è
stato
insignito,
negli
anni
ottanta,
di
importanti
riconoscimenti.
A
Stresa
ha
ottenuto
il
Premio
"Penna d' oro". Era membro dell' Associazione degli scrittori della Svizzera italiana e del Pen Club.
"Rivedo
la
scuola
del
villaggio,
il
volto
sereno
dei
miei
compagni,
il
gesto
paterno
del
buon
maestro
e
mi
sembra
in
certe
sere,
di
riascoltare
le
loro
voci.
Il
tempo
ha
cancellato
ormai
quei
momenti,
ma
rimane
il
cuore
a
ricordare.
Sono
certo,
come
disse
Roman
Rolland,
che
la
felicità
sta
nel
conoscere
i
propri
limiti ed amarli"
Il tuo amato paese
"Ho
voluto
scrivere
queste
liriche
per
farne
omaggio
a
tutti
coloro
che
credono
ancora
nelle
cose
belle
e
autentiche
della
vita.
Al
libro
ho
dato
il
titolo
"CANTO
DI
STAGIONI"
perché
mi
sento
legato
alla
mia
terra,
alla
mia
campagna.
Sono
nati
così
i
racconti
di
albe,
di
tramonti,
di
momenti
indimenticabili
trascorsi
al
mio
villaggio,
vissuti
a
contatto
diretto
con
la
natura.
Viviamo
nel
tempo
del
disamore.
L'eccessiva
materializzazione
della
vita
ci
porta,
giorno
dopo
giorno,
alla
nostra
disumanizzazione.
Ecco
perché
è
indispensabile
riscoprire
la
nostra
vera
identità,
recuperando
i
valori
antichi,
le
nostre
tradizioni
per
poter
continuare
a
vivere
ed
a
sperare.
Pier
Paolo
Pasolini,
in
una
splendida
pagina
sulle
lucciole,
ebbe
a
scrivere:
"Ad
ogni
modo,
quanto
a
me,
sia
chiaro,
darei
I'
intera
Montedison
per
una
lucciola"
1
.
Una
lucciola
per
un
complesso
industriale!
Ciò
vuoi
significare
che,
ognuno
di
noi,
ha
bisogno
di
poesia,
di
quella
voce
insopprimibile
che
fa
parte
del
nostro
modo
di
essere
e
di
sentire.
Ricordo
le
primavere
di
luce,
dell'
estate,
i
fieni
maturi:
di
quei
poetici
autunni
e
di
quegli
inverni
pieni
di
silenzio
e
di
neve.
Mi
sovvengo
in
particolare
di
mia
madre,
della
sua
bontà,
del
suo
sorriso.
Mio
padre
con
altri
con
vallerani
emigrò
giovanissimo
in
America
del
nord.
Ritornava
a
casa
all'
inizio
dell'
estate.
E'
morto
a
Chicago
diversi
anni
fa.
Lo
zio
Onorato
in
quel
tempo,
e
cioè
prima
degli
anni
Cinquanta,
era
stato
eletto
sindaco
di
Certara
-nell'
alta
Valcolla-
carica
che
mantenne
per
oltre
un
trentennio,
con
grande
dignità. Con mia sorella, il fratello, e altri familiari, ho passato lassù tutte le stagioni".